«Nessuna censura Rai a Scurati, il guaio l'ha fatto Bortone: ecco com'è andata davvero»

Il giornalista Marco Travaglio ha ricostruito il cortocircuito, che sarebbe stato innescato dalla giornalista che per prima aveva parlato di censura

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di Redazione Web

E se il caso di Antonio Scurati fosse stato scatenato da Serena Bortone? È la versione (clamorosa) fornita dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Secondo il giornalista, non sarebbe stata messa in atto nessuna censura dai vertici Rai, ma il caso sarebbe nato da una mossa incauta della conduttrice di "CheSarà". Ma andiamo con ordine.

Caso Scurati, la versione di Travaglio

Secondo la versione raccontata da Marco Travaglio (che ha fatto ammenda per le accuse alla Rai con un editoriale sul Fatto), Scurati e la Rai avevano chiuso l'accordo per il monologo con un compenso di 1.500 euro autorizzato dall’Ufficio Contratti. Lo stop al compenso arriva dalla Direzione Approfondimenti di Paolo Corsini e del suo vice Giovanni Alibrandi. Nessuna censura, dice il giornalista, ma una nuova proposta a Scurati di leggere in monologo a titolo gratuito. A questo punto si innesca il cortocircuito. 

«Il contratto a titolo oneroso viene annullato per “motivi editoriali” in attesa della risposta.

Che arriva alle 17.42: la produzione di Chesarà... manda via mail ad Alibrandi la lista degli ospiti - scrive Travaglio - Accanto a Scurati c’è la sigla TG, titolo gratuito. I dirigenti ne deducono che Scurati ha accettato di partecipare gratis e danno l’ok al comunicato stampa che alle 19.09 annuncia gli ospiti dell’indomani, incluso Scurati sul 25 Aprile. Ma allo scrittore la Bortone&C. non han chiesto se sia d’accordo. Infatti in serata la Bortone cerca i dirigenti per segnalare il casino».

La risposta però tarda ad arrivare. A questo arriva il post che fa scoppiare il caso censura. «Sabato 20 alle 8.30 si trovano un posta dir poco omissivo della Bortone su Instagram: “Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”. Parte la rumba: censura, regime, fascismo. Ma Scurati ha ancora i biglietti del treno da e per Milano e l’hotel romano prenotati dalla Rai e autorizzati il venerdì mattina da Alibrandi, che li annullerà solo alle ore 13. Lo scrittore comprensibilmente decide di non partire. Ma i dirigenti Rai non hanno mai detto che non dovesse leggere il suo monologo», conclude Travaglio.


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 14:33
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