Assange, flashmob al museo di Capodimonte con le mani incatenate
La protesta scenografica tra la curiosità dei turisti e di chi visitava il museo
Esanimi sul parquet o seduti con indosso l'uniforme arancione dei detenuti americani, le mani incatenate e il volto coperto da una maschera che ritrae l'attivista australiano con la bandiera Usa a fare da bavaglio alla bocca: queste le forme con cui è andato in scena oggi - nei saloni del museo di Capodimonte di Napoli - il flashmob per Julian Assange promosso da una decina di attivisti. Una protesta scenografica e non violenta, allestita poco dopo mezzogiorno tra la curiosità dei turisti e di chi visitava il museo.
«Il nostro concittadino Julian Assange - hanno spiegato gli organizzatori del flashmob - continua ad essere privato della libertà personale, senza aver subito alcun processo: prima da rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador di Londra, poi da detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove attualmente ancora è rinchiuso.