Milano, modella rapita ripercorre i luoghi del sequestro e piange

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Ha saputo ricostruire passo dopo passo tutte le fasi del suo rapimento, durato una settimana, tra l'11 e il 17 luglio scorso. Il 5 agosto la modella inglese Chloe Ayling, 20 anni, ha portato gli inquirenti prima all'indirizzo di Milano dov'era andata, credendo si trattasse di uno studio fotografico, e dove invece era stata sequestrata e poi nella baita in Piemonte dov'era stata trattenuta dal suo rapitore, Lucasz Herba, 30 anni, polacco residente a Birmingham. L'uomo ha ammesso di averla rapita per metterla all'asta sul deep web e accreditarsi come persona in grado di fornire servizi illegali a chi lo richiedesse. Chloe Ayling, assistita dall'avvocato Francesco Pesce, non ha avuto esitazioni nel guidare gli agenti della squadra Mobile e della Scientifica fino all'appartamento di via Carlo Bianconi, 7 in zona Ripamonti a Milano, anche se nel video realizzato durante il sopralluogo aveva le lacrime agli occhi. "Mi era arrivata una email con l'indirizzo di quello che mi era stato detto essere uno studio fotografico - ha spiegato la ragazza durante il sopralluogo - ma quando sono arrivata qui la porta era chiusa. Così ho chiamato il numero di telefono che era indicato nella email e qualcuno mi ha aperto". A quel punto la modella è entrata nell'appartamento e ha fatto qualche metro lungo il corridoio. "Ricordo che sulla porta di una stanza c'era una targa con scritto studio fotografico", ha aggiunto. "Stavo per aprire questa porta ed è qua che mi hanno aggredita alle spalle". Il rapitore a quel punto l'avrebbe obbligata a entrare in un grande trolley e l'avrebbe caricata in auto. Il resto della prigionia la modella 20enne, nota in Gran Bretagna per aver posato per il Sun e altri tabloid, l'ha trascorsa in una baita isolata a Viù in Val di Lanzo, nel Torinese.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Febbraio 2018, 20:48
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