Università italiane, ai vertici ci sono sempre meno donne: 2 rettori su 3 sono uomini. Il rapporto

Pochi giorni fa Marina Brambilla è stata nominata rettrice dell'Università degli Studi di Milano, ma in Italia il gender gap si fa sentire

Università italiane, ai vertici ci sono sempre meno donne: 2 rettori su 3 sono uomini Il rapporto

di Redazione web

Negli atenei italiani c'è un po' più di rosa. Nei giorni scorsi Marina Brambilla è stata eletta rettrice dell'Università degli Studi di Milano. La notizia - per fortuna o per sfortuna - è che si tratta della terza donna a ricoprire questo ruolo nelle università milanesi, dopo Giovanna Iannantuoni (dal 2019 rettrice dell'Università Bicocca) e Donatella Sciuto (dal 2023 rettrice del Politecnico di Milano).

Un po' troppo poco, no? Certo, si tratta di un passo importante per diminuire il gender gap, ma non è ancora abbastanza. E il quadro si fa ancora più nero, altro che rosa, se si legge il rapporto stilato da Anvur - Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Il recente rapporto dell'ente, intitolato «Focus sull'equilibrio di genere in accademia» evidenzia che nonostante il numero crescente di donne che si immatricolano, laureano e intraprendono dottorati, si osserva un ostacolo significativo nella progressione di carriera all'interno delle istituzioni accademiche.

Effetto «collo di bottiglia»

Questo ostacolo, definito nel rapporto come un «collo di bottiglia», si manifesta soprattutto nel passaggio tra la conclusione del dottorato e l'accesso a posizioni di leadership.

L'unica area in cui si registra un leggero restringimento del divario di genere è nei ruoli di ricercatori a tempo indeterminato e determinato. Tuttavia, il divario di genere persiste in modo più marcato nelle posizioni di professore ordinario, dove ben 2 posti su 3 sono occupati da uomini. Stesso dato, e conseguente divario, nelle posizioni di vertice, come quella di rettori e rettrici.

C'è anche un problema legato alle tempistiche: le donne tendono ad arrivare più tardi degli uomini a ruoli stabili all'interno dell'accademia. La concomitanza tra i periodi di maternità e le fasi cruciali della carriera accademica gioca un ruolo significativo in questo ritardo nell'avanzamento delle donne verso ruoli di maggior prestigio.

 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Maggio 2024, 19:53
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