Sophia Bush racconta il coming out: «Mi dicevo che il matrimonio richiede compromessi, poi mi sono innamorata di lei. A 41 anni ho capito chi sono»

«Nell'aprile del 2022 ero davvero sull'orlo di dire basta e mettere fine al mio matrimonio. Però, invece di scappare, ho raddoppiato i miei sforzi per apparire come una moglie perfetta»

Sophia Bush racconta il coming out: «Mi dicevo che il matrimonio richiede compromessi, poi mi sono innamorata di lei. A 41 anni ho capito chi sono»

di Hylia Rossi

Sophia Bush sa bene che la sua vita privata è costantemente analizzata e giudicata e che ci sono persone, sul web, che discutono dei suoi amori e interessi. L'attrice statunitense è ben conosciuta per aver interpretato il ruolo di Brooke Davis nella serie tv One Tree Hill, dove ha conosciuto (e poi successivamente sposato) il sogno di tante ragazze (e non solo), vale a dire Chad Michael Murray. Dopo cinque mesi dalla cerimonia, tuttavia, è stata annunciata la separazione e l'anno successivo il divorzio. 

Con più anni ed esperienza sulle spalle e un ruolo da protagonista nel medical drama Good Sam, Sophia ha deciso di prendere le redini della propria vita ed essere lei stessa a narrare quelle vicende che per troppo tempo ha visto discusse e dissezionate da altri. 

Così, l'attrice ha riversato le insicurezze del suo matrimonio con Grant Hughes e il suo coming out come queer sulle pagine di Glamour, raccontando il viaggio di scoperta che l'ha portata a realizzare chi è veramente: «Mi sento come se, alla fine, riuscissi davvero a respirare».

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Il viaggio di Sophia Bush

«Nell'aprile del 2022 ero davvero sull'orlo di dire basta e mettere fine al mio matrimonio - dichiara l'attrice a Glamour -.

Però, invece di scappare, ho raddoppiato i miei sforzi di apparire come una moglie perfetta». Poi, l'anno dopo un avvenimento apparentemente di poco conto le causa disagio e sofferenza: «Quello che adesso è il mio ex marito ha pubblicato un dolcissimo tributo su Instagram per il nostro anniversario. Non appena l'ho visto, sono impallidita».

Le difficoltà di Sophia Bush si scontravano tra loro, rendendo il tutto ancor più complicato, da una parte la pressione da parte di sconosciuti, online, che aspettavano che io pubblicassi qualcosa, un aspetto davvero strano della vita pubblica a cui abituarsi. Dall'altra parte, il sospetto che tutto ciò sarebbe dovuto essere più semplice, più spontaneo: «Mi sono seduta, calmata e ho scelto una foto. Ho premuto "pubblica". Poi sono andata in bagno e ho vomitato».

Lei non si dà per vinta, però. D'altronde, viene spesso detto che «le relazioni sono complicate», che «il matrimonio richiede compromessi», e l'attrice ha continuato a ripeterselo come un mantra, sperando che da un giorno all'altro diventasse un incantesimo capace di risolvere quel senso di soffocamento, di farlo scomparire per poter riempire il vuoto con la felicità.

L'illuminazione è arrivata in un periodo profondamente difficile, vale a dire il trattamento per la fertilità: «La società è sempre più aperta e disposta a parlare in maniera brutalmente onesta di quanto sia un'esperienza dolorosa, dura, ma io ho tenuto tutto privato. Sono passata attraverso mesi e mesi di ecografie, iniezioni ormonali, così tanti prelievi di sangue da essere ricoperta da tessuto cicatriziale, e nel frattempo stavo realizzando che la persona che avevo scelto come compagno di vita non parlava il mio stesso linguaggio emotivo». 

 

Il divorzio e il gruppo di supporto

Sophia Bush sa di aver fatto un errore, a quel punto, e prepara i documenti per il divorzio. Nel frattempo, trova un gruppo di donne che condividono i loro problemi, si aprono a lei e alle altre e l'attrice trova un supporto sicuro, un porto accogliente. «Sembrava che ogni settimana aumentassimo, eravamo sempre di più, tra cui l'ex giocatrice di calcio Ashlyn Harris, che in quel momento stava affrontando il difficile divorzio con sua moglie». 

Una svolta inaspettata, per Sophia: «Non pensavo di trovare l'amore in questo gruppo di supporto. Non so come altro dirlo, se non che non l'ho visto... finché non l'ho visto». Ma non sono mancati i giudizi, le critiche, le difficoltà a causa del cambiamento di quella relazione, di quel supporto che si è trasformato in amicizia e in qualcosa di più: «La gente, dal di fuori, non si rende conto di quanto tempo ci è voluto, quante conversazioni dolorose abbiamo affrontato. Abbiamo fatto sforzi notevoli per essere rispettose dei tempio degli altri, dei loro impegni e sentimenti».

Eppure, non è stato tutto inutile: «Innamorarmi di lei ha guarito alcune mie ferite di quando ero giovane e mi ha riavvicinata a mia mamma. Vedere che Ashlyn ha scelto non di sopravvivere ma di vivere al meglio per i suoi bambini è stato un viaggio meraviglioso a cui assistere. E ora posso amarla. Quanto sono fortunata? La comunità queer mi ha mostrato così tanto rispetto, amore e mi ha dato sicurezza e, dopo essere stata un'alleata per tutta la vita, è stato un po' come tornare a casa».


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 15:33
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