I livelli di retribuzione sono al minimo nel settore della ristorazione. In Veneto c’è anche un mondo sommerso che vive di contratti a tempo e che giorno dopo giorno si affida a straordinari non pagati e garanzie da fame. Una dipendente si è sfogata con il Gazzettino. «La percezione di molti - la lettera inizia così - è che il mondo della ristorazione sia come dipinto da Masterchef ma la realtà è diversa».
Poi la donna entra nello specifico, come scrive Marco Agrusti del Gazzettino: «La categoria dei dipendenti che lavora nel settore ristorazione, oltre ad essere maltrattata economicamente non è nemmeno tutelata dal punto di vista della previdenza sanitaria. Il mio medico mi aveva consigliato di stare a casa cinque giorni per curarmi da un’influenza, ma sentendomi in dovere ho preso solamente tre giorni di malattia.
Lo sfogo della dipendente
«Forse i lavori non vengono accettati - prosegue la testimonianza della donna - per le condizioni economiche che i lavoratori sono costretti ad accettare per vivere. E a quel punto un giovane giustamente si guarda attorno. Nel mio caso - prosegue - ho 20 anni d’esperienza nel settore e faccio regolarmente almeno due ore di straordinario al giorno. E la paga è di quattro euro netti l’ora, praticamente da fame. E non si parla solamente di giovani, ma di persone che devono dare da mangiare ai propri figli».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 09:52
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